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петък, 1 ноември 2024 г.

L'avvocato Santo Alfonso Martorano assolto da ogni assurda accusa

 santo martorano

La Famiglia Martorano ha sempre proclamato a gran voce la totale estraneità ai fatti contestati alle persone fisiche ed alle Aziende del Gruppo Martorano

All’esito dell’ udienza di discussione dei motivi d’impugnazione avverso la sentenza di primo grado,  la Corte d’appello di Reggio Calabria ha riformato la decisione dei giudici di prime cure con un dispositivo di sentenza di assoluzione e deposito dei motivi in 90 giorni.

Il collegio della prima Sezione penale della Corte d’appello di Reggio Calabria, composta dal Giudice dott. Alfredo Sicuro (Presidente), dott. Giuseppe Perri(Consigliere), dott.ssa Cristina Foti (Consigliere), con una decisione di sicura impronta garantista ed indiscussa autorevolezza, ha assolto tutti gli imputati con la più ampia formula della giustizia penale prevista dall’art. 530, 1° comma c.p.p. <<perché il fatto non sussiste>>, con <<revoca delle statuizioni civili>> e <<revoca della confisca penale ed immediata restituzione dei beni in sequestro agli aventi diritto>>.

E’ stato assolto per insussistenza dei fatti il noto imprenditore reggino, avv. Santo Alfonso Martorano, operatore economico fondatore del Gruppo Finanziario M3 , difeso dall’avv. prof. Mario Antinucci del Foro di Roma e dall’avv. Mario Mazza del Foro di Locri, e  sono state assolte per insussistenza dei fatti l’avv. Antonina Maesano (moglie di Santo Martorano) e l’avv. Carmen Miriam Martorano (figlia di Santo Martorano) difese dall’avv. prof. Roberto Zanotti e dall’avv. Sabrina Tirabassi  entrambi del Foro di Roma.

Tutti gli imputati a far tempo dal 2018 sono stati costretti a sopportare la gogna mediatico-giudiziaria di accuse nei loro confronti e della loro famiglia risultate in re ipsa totalmente infondate, oltre a convivere per anni con le lunghe catene di un illegale sequestro totalitario su tutti i beni dell’intero patrimonio del Gruppo Martorano,  disposto dal Tribunale di primo grado in modo apodittico, del tutto indiscriminato ed in assenza di prova di quel profitto illecito rimasto allo stato di indagini poliziesche ampiamente confutate nei motivi d’appello e nelle contro-deduzioni dei consulenti tecnici del collegio difensivo.

Nel delineato contesto, la Famiglia Martorano ha sempre proclamato a gran voce la totale estraneità ai fatti contestati alle persone fisiche ed alle Aziende del Gruppo Martorano , senza mai perdere la fiducia nella cultura della legalità e nel rispetto delle decisioni della Magistratura, ma soprattutto senza mai perdere la dignità delle persone oneste,  nella fondamentale coerenza a quei  principi di legalità economica che hanno da sempre costituito la spina dorsale e le fondamenta del Gruppo Finanziario M3.

La Corte d’appello ha accolto in toto i motivi d’impugnazione della Difesa, che nel rispetto dei principi di oralità ed immediatezza del giudizio penale ha saputo confutare l’”indice delle cose impossibili” cristallizzate nei capi d’imputazione dell’”associazione per delinquere” e del “riciclaggio”, fornendo al contrario la prova del fatto che tutte le Aziende del Gruppo Martorano avessero sempre tenuto una condotta irreprensibile al punto da risultare creditrici della Banca Monte dei Paschi di Siena, quest’ultima fino all’ultimo protagonista di una vera e propria invettiva inquisitoria.

Anche se occorreranno 90 giorni per conoscere le motivazioni della decisione della Corte, alla lettura del dispositivo della sentenza di riforma della condanna di primo grado è stata commovente la felicità degli imputati che hanno seguito ogni momento del giudizio di primo e di secondo grado, senza mai perdere per un istante la determinazione a difendersi provando nel giudizio la non colpevolezza, in un territorio  – corre l’obbligo di ricordare – dove il perseguimento della legalità e della giustizia accomuna tutte le persone per bene che hanno fiducia nelle decisioni della Magistratura./strettoweb.com