неделя, 22 декември 2024 г.

IL CASO MARTORANO: SOLO INFAMIE GRATUITE MA LA GIUSTIZIA HA PREVALSO SULLE MENZOGNE ASSOLUZIONE COMPLETA: IL FATTO NON SUSSISTE

 

L'avvocato Santo Alfonso Martorano

di SANTO ALFONSO MARTORANO

Un caso di malagiustizia, per fortuna risolto con assoluzione piena perché “il fatto non sussiste”, che
ha visto protagonista il cav. avv. Santo Alfonso Martorano. Un attacco ingiustificabile alla dignità e alla
serietà di un professionista che ha dedicato la sua vita per il bene comune. Massacrato da una gogna media tica senza precedenti e privato dei beni propri e della famiglia senza che ci fossero nemmeno i presupposti di reato. Chi ripagherà delle sofferenze il malcapitato di turno? La storia personale, professionale e imprenditoriale dell’avv. Martorano avrebbero dovuto far capire subito l’errore giudiziario, ma così non è stato. Sei anni, quattro mesi e 11 giorni per avere giustizia, con ingenti perdite finanziarie e pesanti conseguenze sul piano psicologico e personale. Ma la giustizia, infine, ha trionfato mettendo fine a una vera e propria persecuzione ingiusta e illegittima.

Sento la necessità di fare un po’ chiarezza dopo la sentenza che mi manda totalmente assolto perché il fatto non sussiste. Ho sempre lavorato h 24 onestamente e mai mi è passato per la mente di truffare qualcuno, tanto meno le banche. Ho ricoperto contestualmente sia in carichi presso le mie aziende che incarichi pubblici:
- 15 anni di Presidente del Consorzio di Bonifica area dello Stretto con circa 1000 dipendenti idraulici forestali;
- altrettanto periodo come Presidente dell’ACI di Reggio Cal. oltre a cariche elettive pubbliche fin dalla giovane età.
Ancor oggi mi arrivano riconoscimenti per la sana e corretta gestione degli Enti che ho amministrato. Ciò per dire che ho gestito potere ma senza mai appropriarmi di un euro e risanando bilanci negativi. Questo è un dato di fatto, non sono mai stato coinvolto in operazioni truffaldine ed altro... e pure se avessi avuto animo truffaldino avrei potuto osare!
Per me, per la mia forma mentis, solo il lavoro onesto e tenendo sempre distinto il denaro proprio da quello degli altri soggetti sia banche che persone fisiche, è l’unico modo di andare avanti, di progredire, le scorciatoie non mi sono mai piaciute .

UNA VITA DI SPECCHIATA ONESTÀ
Pertanto, quando il 20 giugno 2018 sono stato arrestato per presunte truffe agli istituti di credito, mi è crollato il mondo addosso. Veder coinvolta l’intera mia famiglia in qualcosa che per me era inimmaginabile fino ad un attimo prima è stato il peggior trauma che un uomo possa subire e vi dico se ciò fosse stato vero non meritavo 4 anni e 8 mesi, ma l’ergastolo!

Un padre deve dare il buon esempio ai figli e non trascinarli in affari loschi. Ho sempre indirizzato i miei figli sulla buona strada incoraggiandoli a studiare ed essere delle persone oneste e lavoratori seri e non mi dilungo oltre... Tornando al processo, io sono stato attratto dal mondo del credito sin dal tempo della mia esperienza universitaria ad Urbino, dove già esistevano le società che, oltre le Banche, erogavano finanziamenti ai dipendenti. Ho ritenuto che tale forma di finanziamento disciplinata dal dpr 180 del 1950 potesse funzionare anche nel nostro territorio, escludendo coscientemente e volutamente altre forme di finanziamento dedicati agli imprenditori e commercianti proprio per eliminare ogni forma di rischio che poteva incidentalmente ripercuotersi sulla attività. Fare finanziamenti solo disciplinati dalla legge.
Anno dopo anno la società si è strutturata, organizzata aprendo altre sedi oltre Reggio e Roma, ha aperto anche i negozi in franchising in collaborazione con Invitalia, ha fatto i corsi per consulenti finanziari per conto della Regione Calabria e nel contempo adeguandosi alla normativa sempre più stringente che sottoponeva gli operatori 106 sempre a maggiori adempimenti.
All’inizio di questa attività non esisteva il Taeg, ma solo il Tasso di interesse. Siamo passati da una realtà in cui anche il macellaio poteva fare i finanziamenti all’istituzione dell’albo degli Agenti e Mediatori di credito, fortemente voluto dal sottoscritto in quanto con l’associazione di categoria ha iniziato una battaglia per la regolamentazione del settore, organizzando convegni e sensibilizzando le istituzioni. All’interno della mia struttura c’era un nucleo di collaboratori che si dedicava alla formazione oltre che del personale interno anche dei nuovi collaboratori. Buona parte degli operatori che operano a Reggio ed anche in Italia sono stati formati dalla M3.
Ma non solo, la formazione M3 l’ha estesa anche nelle scuole in quanto educare i giovani alla legalità finanziaria è sempre stata una nostra priorità in quanto la crescita di un territorio
passa attraverso i messaggi positivi alle nuove generazioni. Oltre al nucleo di formazione la società aveva nel suo interno un direttore commerciale che si occupava di incrementare la clientela mediante il reclutamento di mediatori e agenti e campagne pubblicitarie per la produzione diretta.
Inoltre vi era un ufficio contabile con a capo dottor Marino, mio compagno di scuola superiore, che si occupava della contabilità, dei pagamenti in piena autonomia. Infatti era lui con il suo team di lavoro rilasciava i conti estintivi per anticipata estinzione dei finanziamenti, io non ho mai rilasciato o firmato un conto estintivo, nè potevo farlo in quanto non ho mai avuto padronanza dei mezzi informatici nè accesso agli stessi esistenti presso la finanziaria. Ancor oggi ho difficoltà ad inviare una email! Figurarsi a utilizzare i software della finanziaria. Sempre il dottor Marino firmava ed inviava le liberatorie agli enti dei dipendenti che estinguevano anticipatamente i finanziamenti ed era sempre il Marino che dava comunicazione alle banche delle estinzioni anticipate ed alle assicurazioni.

Tutta la gestione era nelle sue mani, essendo un laureato in scienze bancarie ed assicurative ed avendo all’interno del suo staff dei dottori commercialisti in grado di coadiuvarlo. Tutto ciò rientrava nel lavoro ordinario ed io riponevo totale fiducia, in quanto ero certo della competenza del predetto team. Vi era anche uno staff di legali, coordinati da mia moglie l’avv. Antonina Maesano che ha dovuto fronteggiare i numerosi contenziosi generatesi in tutta Italia, in quanto le atc non pagavano, le aziende fallivano ecc…
Il ruolo che ho sempre svolto era quello di relazione cioè cercare rapporti con nuove banche, assicurazioni e collaborazioni, partecipare ai convegni e organizzare gli stessi. Ciò mi
portava a stare fuori parecchi giorni della settimana. A proposito del processo che ha sta-
bilito la mia totale estraneità ai reati contestati, in quanto il fatto non sussiste, desidero precisare ancora che la Finanziaria M3 ha nominato amministratore il dottor Latella, dottore commercialista ed esperto in materia dell’energia pulita, che si è occupato per la sua grande esperienza a formalizzare i rapporti con le banche in quanto la società definiti i predetti rapporti poteva sviluppare altre forme di business non solo in Italia ma anche all’estero.
Infatti il dottor Latella ha dato incarico al prof. Tommasini di adoperarsi per la definizione dei predetti rapporti con gli istituti di credito.

Ha curato e stipulato a sua firma e sua presenza transazioni con Apulia, Banca 24/. Le transazioni sono state fatte principalmente per evitare il contenzioso con il mondo creditizio e non perchè la M3 si trovava dal lato del torto. Contenzioso che avrebbe arrecato un pregiudizio alle altre 106. Non è assolutamente fondato l’assunto che sono state transazioni truffaldine, affermazione del tutto gratuita dal momento che nessun approfondimento è stato fatto dagli organi investigativi che senz’altro avrebbe messo in luce il ruolo di soggetto debole che la finanziaria ha dovuto subire da parte dei soggetti forti quali appunto le Banche. In un passo dei documenti depositati dagli organi investigativi si legge che l’Amministratore di Apulia afferma che non ha nessun interesse a sporgere denuncia contro M3 in quanto pienamente soddisfatto dalla transazione. La prova del nove è data dal fatto che nessun istituto di credito si è costituito parte civile nè ha avanzato alcuna richiesta di pagamento o risoluzione della transazione. Mi dispiace che durante il primo grado non siano stati sentiti i testi indicati dalla difesa, altrimenti sarebbe emersa la bella realtà che la M3 ha rappresentato in Italia e nelle istituzioni ed il suo modo corretto di operare. Non ha subito nessun processo per truffa e pochi sono stati i reclami ABF. Un altro punto che desidero chiarire è che la M3 è stata cancellata dalla Banca d’Italia, in quanto il Marino in piena autonomia e senza alcun consulto nemmeno con l’organo di controllo Collegio sindacale, ha inviato documentazione contabile confusa in quanto Banca d’Italia ha richiesto il bilancio semestrale,richiesta del tutto nuova e a cui la finanziaria non era tenuta.
Solo le Banche all’epoca dei fatti erano tenuti alla comunicazione del Bilancio semestrale.
Basta leggere le osservazioni, depositate nel processo, redatte dal collegio sindacale al provvedimento di Bancad’Italia per rendersi conto che la confusione l’ha generata il contabile.
Tutte le società finanziarie avevano dei collegi sindacali che trimestralmente effettuavano le verifiche contabili e i documenti venivano redatti dallo stesso Marino e del suo staff. Tutta l’attività finanziaria veniva svolta sotto l’occhio vigile ed attento del collegio sindacale.
Il motivo della esistenza delle tre 106 è il seguente - la finanziaria M3 è la prima società costituita negli anni 90
- e si occupava dei finanziamenti ai dipendenti;
- nel 2005 con l’estensione della cessione quinto anche ai pensionati alcune banche avevano manifestato particolare interesse verso le società che si occupavano solo di pensionati, la
M3 Prestiti chiari si è occupata solo di pensionati.
- M3 group in un primo momento doveva occuparsi di prestiti personali a dipendenti e poi successivamente doveva occuparsi di prestiti su pegno.
- Mio intendimento era continuare adoperare nel mondo creditizio, comparto che conoscevo le regole ed ero consapevole che non c’era spazioper i truffaldini.
- Mai mi sono prestato ad affari del genere e men che meno truffare le banche con le quali ho sempre operato con correttezza e buona fede.
- Infatti nessuna revoca del plafond è
avvenuta per motivi legati a comportamenti addebitabili alla società ma per motivi di opportunità delle banche, dovuti principalmente ad un periodo di assoluta incertezza da parte di Banca d’Italia intorno alla sopravvivenza o meno delle società finanziarie, protrattasi sino al 2016, quando Banca d’italia ha stabilito che le vecchie 106 potevano iscriversi al nuovo albo
106. Albo che la M3 prestitichiari ha fatto richiesta e superato il periodo di proroga, nonostante i vari sforzi economici effettuati e la ricerca di nuovo partner, purtroppo a seguito di questa
indagine, non è stata mai iscritta al Nuovo Albo 106.
- Tornando al rapporto con MPS chiarisco che il rapporto è nato mediante la stipula di una convenzione con Banca Antonveneta sul finire degli anni 90, convenzione che non prevedeva la clausola riscosso per non riscosso e la società era obbligata a versare solo le somme realmente incassate. La banca nonostante ciò prelevava dal conto mensilmente tutte le rate dei finanzia-
menti e non ha mai chiesto che le suddette rate venissero incanalate in un conto presso la stessa banca.
- Nel 2005 la stessa Antonveneta ha sottoposto alla firma una nuova convenzione con la clausola peggiorativa riscosso per non riscosso, senza alcuna definizione della precedente, e tutto procedeva serenamente fino al 2008, quando di punto in bianco e senza alcuna motivazione la Banca revocava la convenzione, la procura senza stipulare un accordo per la gestione.
- Successivamente conferiva alla Finanziaria la procura all’incasso. revocava la convenzione, la procura senza stipulare un accordo per la gestione.
- Successivamente conferiva alla Finanziaria la procura all’incasso. La Banca MPS non ha mai fatto un controllo delle pratiche in gestione in quanto fino al 2014 la Banca prelevava indisturbata la maxi rata senza nessun rendiconto.
- Sempre nel 2014 il Marino e Brogna mi riferiscono che la banca preleva mensilmente sui  200.000 mila euro a fronte di un incasso di 60/70 mila euro.
- È chiaro che di fronte a una sproporzione così grande era evidente che la banca aveva prelevato più del dovuto ed era necessario fermarsi per mettere a confronto la contabilità della banca con quella della finanziaria.
- Mi sono recato in banca ed ho esternato il mio dubbio ed è stato fatto un incontro presso la stessa banca con i legali ed il Marino che ha messo a disposizione della Banca tutta la documentazione richiesta, compresa le estinzioni, consentendo alla Banca di fare i dovuti accertamenti. Nulla è stato nascosto alla Banca!
- Il Prof. Tommasini si è attivato per un confronto costruttivo, ma ha sempre ricevuto risposte evasive da parte della Banca tramite il suo legale.
- Di fronte a tale comportamento da parte della Banca il dottor Latella, tramite il dottor Frilli ex presidente MPS Leasing, ha procurato un appuntamento presso MPS di Siena con uno dei vertici del MPS che ha rassicurato che si sarebbe attivato per la definizione della vicenda. Siamo stati
accompagnati a Siena dal dipendente Pensabene Giuseppe.
- Ma nessuna risposta ha dato, ognitentativo di contatto con MPS veniva bloccato.
- Alla fine , il dottor Latella, su consiglio di Frilli, fa un ulteriore bonifico di €250.000,00 a definizione della rapporto. La Banca incassa ma nulla risponde né tantomeno rispondeva che incassava la somma a titolo di acconto.
- La Banca si è chiusa a riccio.
- Successivamente sono venuto a conoscenza che il motivo del suo risentimento era dovuto al fatto che avevamo prelevato i soldi e in particolare i 2 milioni di euro mediante 4 assegni circolari intestati alla stessa società, assegni che servivano per un investimento immobiliare successivamente non concluso.  - Sul conto rimanevano circa €500.000,00.
- Gli assegni circolari sono stati utilizzati successivamente per la maggior parte per pagare le transazione con le altre banche.
- Mi corre l’obbligo di chiarire che le somme non erano vincolate, il conto era libero e come tale la società poteva prelevare.
L’altro motivo di risentimento la chiusura del conto. Tale chiusura, dettata dalla necessità di sedersi con la banca e fare i conti del dare e avere, ha determinato un comportamento da parte di MPS tale che ha costretto il dottor Latella a sporgere denuncia presso la Procura di Roma, che è stata archiviata come d’altronde è stata archiviata la querela del MPS dal PM Ferraiuolo dicendo
che era un rapporto dare e avere fra due società. in quell’occasione sia io che il dottor Latella su delega siamo stati sentiti.
- Invece nel procedimento che mi ha visto coinvolto non sono mai stato sentito ed è stata fatta una ricostruzione dei movimenti societari senza alcun approfondimento ma solo per avvalorare la tesi accusatoria.
- In tutta coscienza, io ho operato sempre con la massima trasparen za e buona fede nonchè correttezza. Non è stata mai mia intenzione truffare nessuno, tant’è che pur avendo la possibilità di portare i denari all’estero mai un conto è stato aperto nè è stato nominato un amministratore estero.
L’amministratore essendo residente in Italia la Banca poteva benissimo agire con un decreto ingiuntivo per il recupero delle somme, in quanto le stesse erano e sono giacenti presso i conti della Eurocapital.
- Mai la Banca ha inviato una diffida di messa in mora, le poche risposte date dal legale Mps al legale della finanziaria sono state sempre incerte.
- Ciò trova conferma che il MPS alla guardia di finanza prima comunica una somma poi un’altra.
- Desidero, infine, dire un’ultima cosa.
Oltre della libertà sono stato privato anche della possibilità di fatto difendermi sia mediante la consultazione dei documenti, in quanto da quel giorno non ho avuto accesso nei locali della azienda, documenti riguardanti la gestione di cui Marino ha avuto la piena disponibilità, nè ho avuto disponibilità di denaro per far fronte alle spese di difesa.
- Tutto mi è stato sequestrato.
- Non è stato facile e non è facile difendersi senza documenti di cui non si è avuto gestione e senza soldi per far fronte ad un processo costituito da centinaia e centinaia fogli di carta..
- Da questa presunta truffa nessun vantaggio nè io nè la società ha avuto. La società non aveva necessità di liquidità, i conti parlano chiaro, anzi il non pagare contestualmente alcuni conti estintivi ma pagandoli a rate come afferma Marino ha causato un danno alla società che versava interessi alla banca senza averli incassati. E’ evidente che trattatasi di mero errore contabile di fronte a migliaia di operazioni che l’ufficio contabile si è trovato a gestire. 

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